Pogo ha scritto:
Enrico C. ha scritto:
Beh, non saprei in che altro modo definirlo
(così rispondo a chiunque)
In qualsiasi modo tu voglia, tranne che “deus ex machina”: perché l’espressione vuol dire una cosa specifica e quella soluzione non è “deus ex machina”.
Forse non dal punto di vista di Renly o di noi lettori, ma dalla prospettiva di Stannis, è certamente un deus ex machina…
fran ha scritto:
in realtà nei romanzi la magia inizia ad ‘aumentare’ quando nascono i draghi, e non è vero che di magia non ce n’è, perché già i sogni-lupeschi degli stark, i ‘the others’ (non mi ricordo in italiano come li hanno tradotti), e i draghi in sé sono abbastanza magici! quindi l’ombra assassina ci sta tutta
Certo che la magia fa parte del mondo di Westeros, ma a caratterizzare la saga è il fatto che essa non sia lo snodo principale delle vicende e resti spesso sullo sfondo, non è una di quelle saghe fantasy in cui stregoni dal grande potere riescono ad eliminare un intero esercito con una magia…
A dipanare le battaglie nei Sette Regni (ed oltre) sono gli intrighi, le alleanze, le battaglie.. la magia è un ‘valore aggiunto’, uno tra i tanti fattori nel quadro complessivo: Robb Stark vince le sue battaglie con la strategia militare, non grazie al suo metalupo; Daenerys conquista le città-stato dell’Est con la sua astuzia, non con il fuoco dei draghi (ecc.)
Nello scontro tra Renly e il fratello invece la situazione si ribalta, non contano nulla le armate o la politica, tutto viene deciso da un singolo incantesimo, a cui non esistono modi per opporsi (al massimo ci si può auto-segregare in un castello, ma nemmeno quello basta..); la magia diventa in quell’occasione unica artefice del destino dei regni, rendendo tutti gli altri elementi privi d’importanza. Di colpo, gli equilibri del potere virano di 180°, grazie ad un ‘maleficio su misura’ comparso sulla scena giusto in quell’occasione…. un escamotage narrativo che, ripeto, ho trovato troppo brusco e stonato rispetto alla natura dell’opera.